E' il protagonista indiscusso delle colazioni e delle pause degli italiani: il caffè è la bevanda calda più amata; scopriamone i pregi (tanti) e difetti (pochi)...
Il caffè ha conquistato gli italiani fin dal 700 e da allora lo abbiamo eletto a re incontrastato delle noste colazioni e delle nostre pause; in realtà anche a livello mondiale il caffè la fa da padrone, assieme ad un altro principe delle tazze; il the. In questo speciale scopriamo alcuni aspetti nutrizionali ad alcune buone abitudini che possono rendere il caffè ancora più piacevole e minimizzarne i rischi di un uso scorretto.
I caffè non sono tutti uguali; le miscele di diverse varietà oltre a modificare profondamente il valore organolettico (cioè gusto, odore e sapore), ne alterano anche l'attività stimolante ed eccitante.
Una questione di tazzine, di periodo e luogo di consumo...
Quello che consumiamo in una piccola tazzina, al casa come al bar, è il frutto di una sapiente miscelazione che è in grado di esaltare al meglio tutta la gamma organolettica del caffè; il caffè viene servito in tantissime modalità diverse: ristretto, lungo, macchiato caldo, macchiato freddo, macchiato con schiuma, alto, basso... Ultimamente si sono affermate in ambito domestico anche le "cialde" che dopo decenni hanno messo in discussione il predominio indiscusso della moka, la comune "caffettiera" che ha scandito le colazioni di milioni di italiani.
Le origini del caffè
Le origini del caffè sono avvolte da un alone di mistero; praticamente si sa solo che il suo paese d’origine è l’Etiopia e che è arrivato in Europa solo nel 1600: da allora il suo consumo è vertiginosamente cresciuto, tanto che oggi il caffè è al terzo posto, per volume d’ affari, nel commercio mondiale, dopo il petrolio e l'acciaio e intere nazioni dipendono, di fatto, dalla coltivazione del caffè.
Robusta e non solo...
Il caffè deriva da un arbusto della famiglia delle Rubiacee: ne esistono circa sessanta specie diverse, ma le qualità più diffuse sono essenzialmente due, robusta ed arabica, con pregi e difetti.
L’ Arabica è la più pregiata per qualità e gusto, e viene coltivata nell’America Centrale e Meridionale.
La Robusta è coltivata su larga scala perché come dice il nome, risulta più resistente ai parassiti, ma rispetto all'arabica risulta inferiore a livello di gusto, ed ha un contenuto di caffeina molto superiore.
Il caffè presente sul mercato, in realtà, è nella maggior parte dei casi una miscela di Arabica e Robusta, in percentuali che variano moltissimo e che influenzano il prezzo; tra le marche più diffuse in Italia, in realtà solo pochissime utilizzano al 100% la qualità Arabica, cioè quella più pregiata e che contiene minore quantità di caffeina.
Gli "effetti" del caffè: ognuno ha i suoi ...
Quando si studiano gli effetti del caffè, dobbiamo premettere che la risposta all'attività eccitante del caffè è molto soggettiva e varia moltissimo da individuo a individuo; la caffeina è la responsabile delle perplessità sia dei forti bevitori di caffè, che forse si sentono in colpa per non saper resistere al richiamo delle molte tazzine, sia di coloro che le imputano l’insonnia per via di quell’unico caffè, magari preso dopo il pranzo di mezzogiorno.
La caffeina fu isolata per la prima volta dai chicchi di caffè nel 1820, e solo qualche decennio più tardi si scoprì che la stessa sostanza, ma proprio la stessa, era presente in almeno una ventina di altre piante, tra cui, il tè, le noci di cola (quelle che vengono utilizzate per le bibite analcoliche) e il cacao.
La caffeina viene assorbita nel tratto gastrointestinale e rapidamente distribuita a tutti i tessuti e gli organi, compreso il sistema nervoso centrale.
La massima concentrazione nel sangue viene raggiunta in 15-40 minuti dall’ ingestione, mentre il tempo occorrente per eliminarla varia molto da individuo a individuo.
Gli adulti, infatti, impiegano da 1 ora e mezzo a 9 ore e mezzo per metabolizzare la caffeina, ma nelle donne questo processo richiede circa mezz’ora in meno che negii uomini, saivo che le donne non facciano uso della pillola, a cui occorre un tempo molto più lungo.
Alle donne incinte occorrono oltre 24 ore e ai bambini fino a 1 anno di età, 60-100 ore. Anche coloro che sono affetti da cirrosi o da altre malattie del fegato e gli obesi, impiegano di più mentre i fumatori eliminano la caffeina in metà tempo, rispetto agli altri adulti. Come si vede questa estrema variabilità nello smaltimento della caffeina è alla base della diversa risposta individuale al caffè.
C’è chi beve l’ultima tazzina prima di spegnere la luce e si addormenta subito e chi al contrario soffre d’insonnia per ii caffè bevuto il giorno prima. Gli esperti sono d’ accordo: la risposta alla caffeina è del tutto individuale.
Le bevande e i cibi contenenti caffeina sono chiamati nervini, perché hanno un effetto tonico e stimolante sul sistema nervoso; questo spiega come mai riusciamo a sentirci del tutto in forma al mattino, dopo aver bevuto una tazzina di caffè; il risveglio facile non è che il primo dei numerosi servizi che la caffeina ci rende nel corso della giornata.
Molti studi sull’argomento, infatti, sono arrivati alla conclusione che questa sostanza aiuta un più rapido e chiaro flusso del pensiero, una migliore associazione delle idee, riflessi più pronti, migliore resa intellettuale, maggiore resistenza alla sonnolenza e alla fatica, aumento delle prestazioni motorie e fisiche.Quello che suggerisce la teoria è entrata nell’esperienza quotidiana tanto che è molto comune dire "ho bisogno di un caffè" proprio nei momenti critici.
Meglio se accompagnato
Che il caffè, preso dopo i pasti, aiuti la digestione, è un’altra convinzione diffusa che corrisponde alla realtà perchè effettivamente la caffeina stimola i succhi gastrici. Ma questa proprietà penalizza però coloro che soffrono di gastrite o di ulcera.
Proprio per questo stesso motivo, al mattino a digiuno il caffè non andrebbe bevuto da solo; sono sufficienti un paio di biscotti o un po’ di pane per tamponare i succhi gastrici stimolati dalla caffeina, ed evitare così i fastidiosi "bruciori di stomaco" che talvolta si manifestano dopo l'assunzione di caffè. Altra convinzione che ha trovato conferma scientifica è che un caffè forte faccia diminuire o addirittura passare il mal di testa; la caffeina induce infatti una vasocostrizione del circolo cerebrale, tanto che viene utilizzata, insieme ad altri farmaci, nella cura dele cefalee vasomotorie.
Miti e luoghi comuni
Il caffè è accompagnato anche da credenze, luoghi comuni e supposizioni che sono stati negli ultimi anni sfatati.
Caffè e cuore
La natura eccitante del caffè ha ingenerato la convinzione che questa bevanda non sia consigliabili a chi ha disturbi cardiaci. Una ricerca recente, è stata condotta su settanta pesone che avevano avuto un infarto da soli 7 giorni; è stata loro somministrata una quantità di caffeina pari a 4 tazzine di caffè, e non sono state evidenziate aritmie, ma è vero che il consumo casuale può causare qualche disturbo, come un’aumentata frequenza del polso o difficoltà ad addormentarsi, che il consumatore abituale di solito non avverte.
Solo coloro che già soffrono di gravi disturbi del ritmo cardiaco devono evitare di cadere in tentazione e non consumare caffè.
Caffè e pressione
Sulla pressione sanguigna il caffè influisce in misura del tutto trascurabile.Ovviamente ne va tenuto conto in casi limite in cui anche incrementi limite della pressione possono creare guai, ma ripetiamo, il caffè agisce sulla pressione sanguigna in termini infinitesimi e certi allarmismi sono del tutto ingiustificati e non hanno fondamento scientifico
Caffè e colesterolo
Anche il rapporto caffè-colesterolo, negli ultimi tempi è stato molto studiato e le ricerche hanno sempre dato esiti contraddittori. Solo da poco si è capito che la differenza e gli esiti apparentemente in contraddizione delle ricerche erano grandemente influenzati dalle modalità con cui si preparava il caffè, tanto che si può tranquillamente parlavare di caffè diversi.
Quello che influisce negativamente sul colesterolo, infatti, è il caffè ottenuto per ebollizione, come tradizionalmente viene consumato in Norvegia, in Finlandia, o in Turchia, mentre sotto questo aspetto risulta del tutto innocuo, il tipico caffè all’italiana, espresso, moka o napoletana.
Altro mito da sfatare e che l’ espresso del bar sia più forte, cioè contenga più caffeina della moka casalinga. Una tazzina preparata con la macchinetta tradizionale ne contiene 60-120 mg, contro i 50-100 dell’espresso.
Dunque, per concludere le osservazioni sul rapporto caffè-sistema cardiovascolare, sembra accertato che non c’è correlazione tra caffeina e infarto.
Caffè e nicotina
Tra tanti miti da sfatare c'è invece una conferma, ovvero che occorra cautela nell'abbinamento tra caffeina e nicotina, perchè oltre a favorire le aritmie, questa accoppiata potrebbe essere un fattore di rischio; il popolo dei fumatori spesso ha l'abitudine di accendere la sigaretta appena finita la tazzina di caffè.
E le calorie?
Vi è mai venuta la curiosità di sapere quanto incida il caffè ( come lo vogliamo chiamare: piacere, vizio, bisogno?) sul bilancio delle calorie che introduciamo nella giornata? State tranqulli: se ingrassate non è certo colpa del caffè! Una tazzina di caffè fornisce infatti solamente 2 calorie e queste, naturalmente, possono essere aumentate dall’ aggiunta di zucchero o latte, secondo i propri gusti; ma l'apporto calorico resta ampiamente trascurabile, in considerazione del fatto che d’altra parte, sembra che il caffè diminuisca il senso di fame tra un pasto e l’altro, grazie a certe sostanze che si sviluppano durante la torrefazione.
Intossicazione da caffè
Esiste l’intossicazione acuta da caffè, ma è abbastanza difficile raggiungerla.
Viene considerata mortale una dose di 10 grammi di caffeina (cioè 80-100 caffè!) assunta nell’arco di 30 minuti, una cosa impossibile da realizzare.
Esiste poi una intossicazione cronica, che provoca agitazione, irritabilità, insonnia o sonno frequentemente interrotto, crampi muscolari, sudorazioni.
In questo caso, bisogna gradatamente diminuire il numero dei caffè fino alla scomparsa dei sintomi.
Quanti caffè?
Quanti caffè può bere una persona in buona salute? Durante un recente convegno dedicato all’argomento, gli esperti hanno dato una risposta generosa e rassicurante: non bisogna superare, dicono, gli 8-10 caffè al giorno. Ma fermarsi alla metà è probabilmente sufficiente e ragionevole.